Le varici sono descritte come dilatazioni permanenti delle vene degli arti inferiori e rappresentano non solo un problema sintomatologico (pesantezza, dolori, crampi, irrequietezza, prurito, edema), ma anche un grave rischio a causa delle complicanze associate alla loro presenza (flebiti, trombosi, embolie polmonari, emorragie, ulcere). Anche i capillari possono dilatarsi, creando ampie ragnatele che frequentemente causano dolore e bruciore.
CAUSE
Le varici non sono causate dalla gravidanza, tuttavia, questa può favorire la loro comparsa per due motivi: il cambiamento ormonale e la pressione esercitata dall'utero in gravidanza. Fattori quali la predisposizione genetica, il tipo di lavoro svolto, la stipsi cronica, la cellulite, l'eccesso di peso e un elevato apporto di sodio contribuiscono ad aumentare il rischio di comparsa.
DIAGNOSI
La diagnosi avviene tramite un esame clinico, che si basa esclusivamente sulla
visita medica, finalizzata a escludere complicanze come flebiti e trombosi. Le donne incinte che presentano varici dovrebbero sottoporsi ad almeno due controlli: uno intorno al quarto mese e un altro verso il nono mese di gestazione.
Le varici si localizzano solitamente sulla parte interna della coscia e della gamba, ma in gravidanza è tipico osservare anche varici nella zona vulvare e inguinale. Queste possono causare dolore sia durante che dopo il rapporto sessuale e, in alcuni casi, potrebbero suggerire la necessità di un taglio cesareo a causa del rischio di emorragia.
Spesso, senza che la paziente ne sia consapevole, si verifica una congestione pelvica che coinvolge le vene del bacino, con la presenza di varici uterine e ovariche, le quali possono provocare dolori addominali e persistere anche dopo il parto (varicocele pelvico). Non esiste un periodo critico specifico per l'insorgenza delle varici, ma i primi e i terzi trimestri di gravidanza sono i più soggetti a questa condizione.
Lo specialista, in caso di sospetti di trombosi delle vene profonde, tende a prescrivere un esame ecocolor doppler venoso, siccome il sangue, per stasi, può coagulare. Questo esame è innocuo per il feto e può essere ripetuto senza rischi.
CONSIGLI
Una volta effettuata la diagnosi e localizzate le varici, escludendo eventuali complicanze, il medico specialista generalmente offre alla paziente una serie di consigli e terapie che mirano tanto a curare i disturbi quanto a prevenire le complicanze. Tra queste, spicca
l'elastocompressione, ottenibile mediante collant elastici dotati di un "panciotto" per evitare la compressione dell'addome. È importante sottolineare che esistono
diverse gradazioni di contenimento elastico, che variano in base ai gradi di insufficienza venosa. Spesso, l'autoprescrizione non risulta corretta. La calza elastica dovrebbe essere indossata per tutta la gravidanza durante il giorno, soprattutto se si prevede di stare in piedi a lungo. Alcuni suggerimenti rimangono sempre validi, a meno che il ginecologo non indichi specifiche controindicazioni: sdraiarsi durante la giornata con le gambe elevate; dormire con i piedi sollevati, utilizzando un cuscino sotto il materasso; camminare con scarpe comode e leggermente rialzate, dotate di suola morbida e chiuse dietro (evitando le ciabatte); e, se possibile, praticare nuoto o ginnastica in acqua.
TERAPIA
I farmaci, sia topici che generali, alcuni dei quali testati durante la gravidanza, non sono categoricamente controindicati; tuttavia, devono essere
prescritti solo nei casi in cui il rischio di complicazioni
sia significativo. Lo Specialista potrà consigliare al Ginecologo una terapia farmacologica, generalmente sotto forma di iniezioni, da somministrare durante il travaglio e da proseguire per almeno sette/dieci giorni dopo il parto, al fine di prevenire complicanze gravi come flebiti, trombosi ed embolie polmonari.
Un lieve edema delle estremità inferiori è normale durante la gravidanza; tuttavia, un improvviso edema significativo, accompagnato da dolori al polpaccio o all'intera gamba, soprattutto in presenza di varici, non deve essere sottovalutato, poiché potrebbe segnalare complicanze che richiedono attenzione per la salute della madre e del nascituro. È preferibile effettuare una valutazione eccessiva piuttosto che ignorare una possibile trombosi in gravidanza.
Il trattamento definitivo delle varici dovrà essere rimandato fino al termine del parto (e, se possibile, dell’allattamento). Raramente le varici richiedono trattamenti durante la gravidanza, e solo in presenza di complicanze. Tuttavia, è fondamentale affrontare il loro trattamento definitivo prima di una nuova gravidanza per evitare aggravamenti e complicazioni future. Le opzioni per il trattamento definitivo includeranno interventi chirurgici, scleroterapia o terapia laser, a seconda della gravità dell'insufficienza venosa. Infine, un aspetto sia estetico che psicologico: le alterazioni che si presentano durante la gravidanza e che compromettono l’aspetto delle gambe delle giovani mamme non devono destare timore, neanche nei mariti.
Non tutto ciò che appare sarà permanente;
molte varici tenderanno a ridursi e molti capillari a regredire. Tuttavia, ciò non esclude che il danno alle valvole si sia già verificato e necessiti di un trattamento adeguato, anche per motivi estetici.